sabato 7 giugno 2014

L'odio - Mathieu Kassovitz


Piccola premessa: MyIndiepopTaste è nato per essere un pò il mio diario personale su cui appunterò tutto ciò che mi piace, che ho visto, ho fatto, ho o non ho apprezzato, solo che a differenza di un diario ho deciso di aprirmi un blog pubblico online. Perchè? Beh, soprattutto perchè amo il confronto civile in particolare quando riguarda il cinema e penso che non ci sia nulla di così diretto e veloce come internet per condividere i propri pensieri su un qualcosa, siano questi film vecchi o appena usciti in sala, dischi o libri. Quindi le critiche, gli apprezzamenti o qualsiasi tipo di contatto saranno ben graditi!



Tornando al titolo del post, negli ultimi giorni ho ripreso una serie di film usciti da tempo che non avevo mai avuto occasione di vedere, uno di questi è L'odio di Mathieu Kassovitz. Uscito nelle sale nel 1995, ha vinto il premio per la miglior regia al Festival di Cannes. Il film è stato girato in bianco e nero e gli attori utilizzano uno slang particolare dei sobborghi parigini, l'ideale, quindi, sarebbe (come per ogni film in realtà...) quello di vederlo in lingua originale per poter riuscire ad apprezzare ancor di più il talento dei protagonisti. 
Il film racconta le vicende di tre ragazzi della periferia di Parigi in seguito al pestaggio di un loro amico da parte di un poliziotto. C'è Vinz, interpretato da un giovane Vincent Cassel, un ragazzo ebreo che trova una pistola con la quale vuole vendicare l'amico ferito, Hubert, un ragazzo nero a cui hanno distrutto la palestra dove lavorava e Said, un giovane magrebino. Il film comincia con una tra le frasi forse più famose e belle della storia del cinema:






Il film, oltre ad essere una rappresentazione del degrado della periferia francese degli anni '90, racconta anche di una società violenta, dove non c'è nessuna fiducia nello stato e nelle istituzioni, nelle forze di polizia, dove il singolo si fa giustizia da solo, dove la droga e il furto sono la normalità, il tutto accompagnato con ritmo da tutto ciò che è cultura rap.





Del film colpiscono anche i tanti omaggi che Kassovitz fa al grande cinema americano, da Scarface, al Cacciatore, ma sopratutto Taxi Driver, con Cassel che imita l'immortale scena di De Niro allo specchio.
La scelta dei film citati non è certo un caso, si tratta infatti di grandi classici del cinema che hanno in comune i temi della violenza, della droga, l'uso delle armi che vengono riprensi anche da Kassovitz (che in questo film interpreta anche la piccola parte di un naziskin che aggredisce il trio).



Il finale sarà poi sconcertante. Durante tutto il film infatti si avverte un particolare senso di attesa, come se il peggio dovesse ancora accadere, come se si dovesse ancora raggiungere il fondo di tutta la storia, soprattutto a causa di Vinz che più volte sembra voler sfogare la sua rabbia aggredendo con la pistola (trovata in seguito agli scontri) gli agenti della polizia e il finale, "l'atterraggio" vero e proprio sarà imprevedibile.




Voto: 8
Frase Cult: 

Piccola curiosità: Kassovitz è conosciuto anche per essere stato il giovane amato e tanto cercato dalla sognatrice Ameliè, protagonista dell'omonimo film di Jean-Pierre Jeunet



5 commenti:

  1. Un film eccezionale. Il problema non è la caduta, ma l'atterraggio. Brividi e pelle d'oca.

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    1. Sono davvero contenta di essere riuscita a vederlo. Impossibile rimanere indifferenti.

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    2. ah, la curiosità su Kassovitz l'avevo letta... Mi ha dato da pensare che un tipo solare come lui (almeno in apparenza) abbia potuto tirare fuori un film tragico come "l'odio"...

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    3. Io quando ho scoperto che era anche in Ameliè non volevo crederci! :)

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  2. Questo è uno dei film francesi che adoro maggiormente.
    Duro e allo stesso tanto vero!

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