lunedì 30 giugno 2014

Scena Cult del Giorno: Effetto Notte - François Truffaut


Inauguro oggi una nuova rubrica con la quale vi parlerò di quelle che per me sono le scene CULT del cinema, sperando, in questo modo, di farvi conoscere qualche piccolo o grande capolavoro di questa meravigliosa settima arte. Spero che vi piaccia l'idea...!!! 



Se avete seguito i miei precedenti post, avrete sicuramente notato l'amore che nutro per il cinema Nouvelle Vague e in particolare per Truffaut e Godard, registi che non in molti conoscono ed apprezzano. Oggi vi parlo di una delle pietre miliari del cinema: Effetto Notte, capolavoro del 1973 diretto dal mio adorato Truffaut. La storia segue la produzione di un film "Vi presento Pamela" descrivendo non solo le giornate di set, la difficoltà delle riprese e della gestione degli attori ma anche quelle che sono le vite private della troupe. La scena che vi propongo oggi è una vera e propria dichiarazione d'amore di Truffaut al cinema, dove si vede il regista da piccolo che tenta di rubare le locandine dei suoi film preferiti.

Effetto Notte è un film imperdibile per gli amanti del cinema, voi lo avete visto? Cosa ne pensate?

Voto: 9
Frasi Cult:
"La lavorazione di un film somiglia al percorso di una diligenza nel Far West: all'inizio uno spera di fare un bel viaggio, poi comincia a domandarsi se arriverà a destinazione."
"Io per un film potrei piantare un uomo, ma per un uomo non pianterei mai un film."

sabato 28 giugno 2014

Mike Nichols - Il Laureato



Vi è mai capitato di sentire un film totalmente vostro, come se fosse stato scritto per voi? Un film che riesce a rappresentare in pieno il vostro stato d'animo? Un film che sentite il bisogno di rivedere più volte l'anno e che nonostante questo vi sembra sempre nuovo e sempre più bello? Tutto questo e molto di più è per me Il Laureato.
Non sono mai stata brava a fare classifiche ma da ormai parecchi anni lo considero il mio film preferito in assoluto. E a pensarlo non sono la sola dato che è considerato una pietra miliare del cinema ed inserito nella lista dei 100 migliori film di sempre.



La storia è quella di Benjamin Braddock, un giovanissimo Dustin Hoffman, che torna a casa dopo essersi laureato e cade in una totale apatia. Trascorre le sue giornate tra il letto e la piscina, schivando tutti quelli che si complimentano per il traguardo raggiunto e gli chiedono dei suoi progetti per il futuro. Le sue giornate prendono una piega diversa quando incontra la Signora Robinson che, senza alcun imbarazzo, gli propone una relazione sessuale. Inizialmente il giovane rifiuta pronunciando la famosissima frase "Signora Robinson lei sta cercando di sedurmi, non è così?".



Ma in seguito, comincerà ad incontrarsi regolarmente con la sensualissima signora Robinson fino a quando non conosce Elaine (la bellissima Katharine Ross), la figlia della donna, con la quale i genitori organizzano un incontro e che Ben accetta controvoglia. La serata, inizialmente un disastro, si rivelerà poi molto piacevole e i due giovani protagonisti cominceranno a frequentarsi. Fino a quando Elaine non scopre la relazione di Benjamin con la madre e decide di tornare all'università, dove cercherà di dimenticarlo frequentando Carl. Il protagonista tenta in tutti i modi di riconquistarla e quando scopre che Elaine sta per sposarsi, si precipita al matrimonio in una delle scene più famose della storia del cinema:


Il finale è spiazzante: i due si ritrovano insieme sull'autobus, inizialmente entusiasti, felici...ma nel giro di pochi istanti, forse consapevoli di tutto quello che hanno combinato, cambiano decisamente espressione: insicuri, spaventati e totalmente ignari del loro futuro. 


Una delle cose che resta più impressa del film è sicuramente la famosissima colonna sonora curata totalmente da Simon & Garfunkel, con alcuni dei pezzi che hanno fatto storia: Mrs. Robinson, The Sound Of Silence. Ma anche la cura dei particolari e della fotografia rende questo film unico. La stessa auto utilizzata da Ben, l'Alfa Romeo Duetto, è diventata un cult.




Quando questo film uscì nel 1967, mia madre era nata da pochi anni, io non ero ancora minimamente nei suoi pensieri, la concezione di scandalo e pudore erano totalmente diversi e questa storia, anche se raccontata senza alcuna volgarità rispetto agli standard a cui siamo abituati oggi, destò molto scalpore. Nonostante questo e nonostante siano passati ormai parecchi anni dalla sua uscita, questo film risulta attualissimo, non tanto per la storia d'amore raccontata, quanto per la sottile critica alla società e all'ironia con la quale si raccontano le vite piene di consumismo e apparenza delle famiglie del ceto medio borghese negli anni 60, non poi tanto differenti da quelle di oggi. Insomma un film imperdibile, un vero cult, un piccolo capolavoro che fa guardare con malinconia al cinema di un tempo.



Voto: 10
Frase Cult: "Che cosa fai Ben lì?'
                    "Vado alla deriva...qui in piscina"

giovedì 26 giugno 2014

Personaggi: Michael Fassbender

Metà irlandese, metà tedesco, capelli rossi, occhi verdi, bello ma soprattutto un ottimo attore. Di chi parlo? Ovviamente del solo ed unico Michael Fassbender.



Classe 1977, il bel Fassy conquista la celebrità in età adulta con l'esordio nel film 300. Prima nella sua carriera c'era stata solo molta televisione. In pochi anni però è riuscito a diventare uno degli attori più bravi e richiesti dello star system. Io l'ho scoperto ed amato in Bastardi Senza Gloria di Tarantino dove interpreta il Tenente dell'esercito inglese, Archie Hicox, incaricato di organizzare un attentato ad Hitler. Memorabile la scena in cui viene, però, scoperto in un pub e barbaramente ucciso.



Qualche anno dopo l'ho ritrovato nel bellissimo Jane Eyre, tratto dall'omonimo romanzo di Charlotte Bronte, dove è Rochester, il proprietario della residenza dove la misteriosa e riservata protagonista trova lavoro. Inutile dirvi le lacrime che sono stata capace di versare alla fine del film.



Negli anni successivi, il mio adorato Michael entra anche nel mondo dei cinecomics interpretando Magneto in XMen - L'inizio. Non amando i film sui supereroi, andai al cinema molto scettica ma il primo e ancor più il secondo capitolo di questa saga mi hanno entusiasmato parecchio. 



La consacrazione definitiva ( soprattutto nel mio cuore...) arriva con l'emozionante Shame del regista Steve McQueen, con cui aveva già girato l'acclamatissimo Hunger, per il quale Fassy vince anche la Coppa Volpi al miglior attore al Festival di Venezia. La storia è quella di un uomo che ha una totale dipendenza dal sesso che non gli permette di provare altre emozioni più "pure". Un ottimo film, sicuramente nella mia top 10 personale.



Negli ultimi anni ha alternato successi commerciali come Prometheus a film d'autore ed indipendenti come Frank, nei prossimi mesi in sala. Ha partecipato inoltre 12 Anni Schiavo, uno dei film ad aver vinto più premi all'ultima edizione degli Oscar. Mentre l'anno prossimo usciranno un adattamento di Macbeth, un film tratto dal gioco Assassin's Creed e l'ultimo film di Terrence Malick ancora senza titolo definitivo. 

Insomma non avremo modo di dimenticare il suo volto. E speriamo che presto per lui arrivi anche un Oscar, date le ottime capacità del bel Fassy ( non prima di Leonardo di Caprio però...!!!)




Grazie di esistere Michael. Mi fai sperare ancora per il futuro dell'umanità. :)

martedì 24 giugno 2014

Concerti: Rolling Stones al Circo Massimo

A.R. e la tecnologia non vanno d'accordo. Proprio quando avevo deciso di buttarmi in questa nuova avventura del blog, il mio Mac ( compagno di mille avventure...) ha deciso di smettere di funzionare. Panico, terrore! Non sapevo proprio quale fosse il problema, nè quindi come risolverlo. Dopo vari tentativi inutili, tra cui lancio del computer e bestemmie in aramaico antico, ho scoperto che il problema era dell'alimentatore.


Finalmente, dopo averlo cambiato, sono di nuovo qui da voi. Vi sono mancata?
E' incredibile quanto tempo rubi il computer nelle mie giornate. Senza questa enorme fonte di distrazione mi sono resa conto di avere moooolto tempo libero. Cosa ho fatto? STUDIATO, STUDIATO, STUDIATO.
Ma una cosa stupenda sono riuscita a farla. Domenica sera, io ed altre 70000 persone più o meno, abbiamo assistito ad un evento storico e sicuramente indimenticabile: il concerto dei Rolling Stones al Circo Massimo. 



Purtroppo non ero tra il pubblico pagante perchè non sono riuscita a comprare il biglietto ma sono riuscita a trovare una posizione strategica dove riuscivo a vedere benissimo il palco e soprattutto sentivo le loro fantastiche canzoni. Vi posso assicurare che l'atmosfera che si avvertiva anche "fuori" dall'area dedicata al concerto era incredibile: persone di tutte le età hanno riempito tutta la zona circostante il Circo Massimo fino ad arrivare al Colosseo.


Mi piacciono molto i Rolling Stones ma se devo essere sincera, nello storico duello Stones/Beatles per me non c'è neanche lotta: i Fab Four vincono su tutta la linea. Nonostante questo mi sono piaciuti tantissimo live...la mia top 5 personale? Eccola:

5) Streets of Love


La scaletta non ha riservato molte sorprese ed insieme ai grandi classici, Mick Jagger e soci hanno suonato anche uno dei loro successi più recenti, Streets of Love, singolo del 2005.

   4) Jumpin' Jack Flash



E' stata una delle prime canzoni ad aprire il concerto e con il suo sound ha preparato benissimo il pubblico a tutto quello che ci aspettava. Dei ragazzi davanti a me, appena hanno sentito le prime note di questo pezzo, hanno letteralmente "scalato" un palo per le affissioni comunali e si sono goduti la vista da lassù. STIMA.

3) You can't always get what you want


Lo inserisco nella top 5 perchè è stato uno dei brani che ha coinvolto di più il pubblico, specialmente un arzillo signore sulla sessantina che ha iniziato a ballare da solo in mezzo alla strada, coinvolgendo altri passanti ed ha attirato la stima e gli applausi di tutte le persone attorno. STIMA PT.2

2) Satisfaction


Scelto, anche abbastanza banalmente, come brano finale, ha fatto scatenare tutti. Addirittura una folla enorme di persone, fomentata dalla canzone, ha tentato di scavalcare le protezioni che il comune aveva predisposto e buttarsi nel Circo Massimo stile invasione di campo. Degna conclusione di un magnifico concerto.

1) Simpathy For The Devil


Per il primo posto ho scelto la mia preferita, unica ed inconfondibile, Simpathy For The Devil. Non nego che al momento mi sono anche leggermente emozionata, poi l'euforia ha preso il posto dell'emozione e nonostante il rischio di cadere giù, ho iniziato a pogare! :)

Insomma, al di là delle polemiche, è stato un bellissimo concerto che sicuramente resterà nella storia. Ho fatto in tutti i modi pur di esserci, anche senza biglietto, perchè sono convinta che questa sarà una serata che ricorderò per tutta la vita. Ma soprattutto ricorderò con invidia l'energia di Mick Jagger e soci che a 70 anni riescono ancora a saltare, ballare e scatenarsi su un palco, coinvolgendo milioni di persone. 


mercoledì 18 giugno 2014

Personaggi : Lena Dunham


Lena Dunham, classe 1986, è da qualche anno ormai sulla cresta dell'onda per il successo della serie HBO, GIRLS, da lei scritta, diretta, prodotta ed interpretata. Reginetta del cinema indipendente, ha esordito con il suo primo lungometraggio, Tiny Forniture, molto apprezzato dalla critica.
Oltre ad essere una ragazza piena di inventiva, ironia e capacità, è la mia personale role model. Ebbene sì: da "grande" voglio essere Lena Dunham.


A soli 27 anni è riuscita ad avere un successo straordinario, Girls è una delle serie tv meglio scritte e di maggior successo nel panorama attuale e la sua presenza è richiesta in tutti i più importante show negli USA, come agli Emmy 2012, quando Jimmy Kimmel l'ha voluta nel video di apertura della serata dove Lena non ha avuto paura di mostrarsi completamente nuda.



Ha dimostrato di avere carattere e talento, senza dare ascolto a tutte le critiche che la definivano una figlia di papà, piena di sè e a tutti i commenti non particolarmente delicati sulla sua fisicità. La sua capabiertà è stata premiata: ad oggi, tutte le riviste la vogliono in copertina. Anche Vogue, la rivista per eccellenza di moda, ha dedicato un numero alla giovane attrice, mettendo per la prima volta in copertina una donna deliziosamente curvy, ribaltando tutti quelli che sono i classici stereotipi nel mondo della moda.



Anche in Girls, il suo grande successo, non ha paura di mostrarsi nuda, nè in atteggiamenti sessuali espliciti. Hannah, la protagonista interpretata dalla Dunham, è una ragazza come tante, ossessionata da Adam (da cui si fa trattare come uno zerbino) e soprattutto alla costante ricerca di un lavoro come scrittrice in una Brooklyn super hipster. A farle compagnia ci sono altre tre amiche (Jessa, Marnie e Shoshanna) con cui Hannah condivide gioie e dolori di una vita vissuta in un periodo di crisi economica e sentimentale. Se vi aspettate un moderno Sex & City vi sbagliate. Le quattro protagoniste sono in lotta costante con la precarietà, con i genitori e con l'affitto da pagare, non ci sono Jimmy Choo ma solo abbigliamento vintage e vestitini adorabili di marche low cost come Asos e Topshop. L'unico punto in comune tra le due serie tv? Anche in Girls c'è molto SEX.



Lena ha più volte dichiarato di essere molto simile ad Hannah ( entrambe infatti soffrono di disturbi di ossessivi-compulsivi...) e non ha paura di mettere in mostra il suo essere "weird" anche nella vita reale attraverso Twitter ed Instagram dove racconta senza filtri le sue ultime disavventure o pubblica divertenti selfie.


Girls è stato confermato per una quarta stagione, attualmente in produzione a New York, e sono molto impaziente di vedere le nuove puntate dopo una terza serie davvero stupenda. Sono molto contenta del successo di questa ragazza che non ha paura di mostrare i suoi difetti, che riesce ad essere un modello fuori dagli schemi, che non ascolta le critiche di quelli che la vorrebbero più magra e meno "imbarazzante". Io le auguro un grandissimo successo e spero che ritorni presto a lavorare anche nel cinema dopo l'ottimo esordio con "Tiny Forniture".


Dio benedica Lena Dunham ed il suo essere adorabilmente imbarazzante.




lunedì 16 giugno 2014

Somewhere - Sofia Coppola


E' sempre difficile parlare di un qualcosa che si ama tanto perchè si ha sempre la sensazione di non riuscire ad esprimere completamente tutte le emozioni che quella cosa ti regala. E' quello che mi è successo oggi, scegliendo di parlarvi di un film di Sofia Coppola. Ammiro questa donna da sempre, dal suo primo film da regista o forse ancora prima, da quando giovanissima ottenne la parte di Mary Corleone nella terza parte de Il Padrino (film per cui vinse anche un Razzie Award come peggior attrice protagonista...!!!). Credo che insieme a Wes Anderson e ad alcuni registi della nouvelle vague come Truffaut e Godard, sia tra i miei preferiti in assoluto ed è difficile quindi che un suo film non mi piaccia.
Somewhere è il suo quarto lungometraggio ed è probabilmente il mio preferito. La storia è quella di Johnny Marco (interpretato da un fantastico Stephen Dorff), una superstar di Hollywood che passa le giornate tra belle donne, alcool e promozione dei film, momenti che agli occhi di una persona "normale" possono sembrare ultra cool, ma che Marco affronta con noia e rassegnazione.



La sua vita è vuota, inutile, lui stesso non se ne rende conto fino a quando non è costretto ad ospitare la figlia Cleo, una giovanissima Elle Fanning, con la quale ha un rapporto buono ma molto distaccato. Da quel momento le sue giornate prenderanno una piega diversa e lentamente arriverà a rendersi conto che per essere felici non è fondamentale la vita da "star" ma bastano i semplici affetti a rendere tutto più unico e speciale. Durante l'arco del film, i due si recano anche in Italia per ricevere il Telegatto e ci troveremo di fronte ad una rappresentazione dello star system italiano particolarmente imbarazzante, insomma non molto distante dalla cerimonia dei David di Donatello presentata da Ruffini quest'anno.




Ma sarà proprio questo viaggio in Italia che consoliderà ancora di più il rapporto tra i due, aprendo gli occhi al protagonista sulla inutilità e solitudine che regnano nella sua vita,  e che gli consentirà quindi di aprire il cuore alla piccola Cleo, dimostrando quanto l'amore per i propri figli possa cambiare la vita di una persona.



Un cenno va fatto anche alla colonna sonora che, come in ogni film di Sofia Coppola, è curata nei minimi particolari. Il contributo principale è dato dalle sonorità indie rock dei Phoenix, con il bellissimo brano Love Like a Sunset che si armonizza perfettamente alla splendida scena finale, ma anche gli Strokes con I'll Try Anything Once, pezzo che Cleo fa ascoltare al padre durante una giornata in piscina, fino ad arrivare alla ballata pop Cool di Gwen Stefany, che accompagna una delle scene più belle del film, dove Cloe fa le prove per uno spettacolo di pattinaggio e Johnny riesce finalmente ad abbandonare il cellulare per vedere l'esibizione semplice ma emozionante regalatogli dalla figlia.



Un film incredibile, che con la sua semplicità e con i suoi silenzi è riuscito a vincere il Leone d'oro al miglior film al festival del cinema di Venezia, dimostrando ancora una volta l'abilità della Coppola nel creare grandi film e regalare grandi emozioni.


Voto: 9 1/2
Frase Cult: "I'm fucking nothing."


domenica 15 giugno 2014

Rompicapo a New York - Cédric Klapisch



Ricordate Xavier, lo studente francese in Erasmus a Barcellona protagonista del film "L'appartamento spagnolo"? Dopo essere stato a San pietroburgo nel seguito "Bambole Russe", ritorna al cinema, quasi quarantenne, nel nuovo film di Cédric Klapisch, Rompicapo a New York (titolo originale: Casse-tête Chinois, "Puzzle Cinese"). I protagonisti sono sempre gli stessi: Romain Duris è un più affascinante che mai Xavier, scrittore di successo che decide di trasferirsi a New York dopo aver chiuso la relazione di dieci anni con Wendy, la bellissima Kelly Reilly. Qui rincontrerà la migliore amica lesbica, Isabelle (Cècile de France) alla quale ha donato il seme per permetterle di avere un figlio e riceverà una visita dalla storica ex Martine, interpretata da Audrey Tatou.



I quattro ormai sono adulti, hanno figli, compagni, lavori gratificanti e si ritrovano ad affrontare le varie complicazioni che la vita riserva. Xavier però ritiene che la sua vita sia un vero e proprio "rompicapo": finita la storia con Wendy, raggiunge i figli nella Grande Mela, dove viene ospitato da Isabelle e dalla nuova compagna. Per poter vivere a New York ha bisogno di un lavoro stabile per ottenere il visto e non riuscendoci decide allora di sposare una cinese per finta, dopo aver salvato la vita allo zio. Xavier si troverà ad affrontare non solo le difficoltà derivanti da una separazione e dal mantenimento dei figli ma anche i ritmi e una cultura totalmente differenti rispetto a quelli a cui era abituato.


Il film è molto divertente, adatto per trascorrere una serata senza pensieri. Da amante dei viaggi e delle profonde differenze tra paesi diversi, penso che sia proprio questo il punto di forza di questo film e dei capitoli precedenti: il confronto/scontro tra il "vecchio" e il "nuovo mondo, tra lingue totalmente diverse. Memorabile è infatti la scena in cui Xavier incontra il nuovo compagno americano di Wendy e si sente quasi come un moderno Cristoforo Colombo che ha raggiunge l'America dopo un viaggio lungo e tormentato. 



In una società contemporanea fatta di contatti e relazioni soprattutto "social", in cui Facebook e Skype la fanno da padrone, è bello riuscire a sognare, grazie a questo film, che sia così semplice prendere un aereo e scappare dalla quotidianità per noia, per lavoro, per amore dei propri figli e che soprattutto sia così facile ritrovarsi, amarsi, ambientarsi in posti nuovi...



Rompicapo a New York è un film leggero che può essere visto anche da quelli che non hanno seguito i capitoli precedenti e che sembra essere una degna conclusione ( o no?) di questa trilogia legata al viaggio, alla scoperta, alla formazione e all'amore. Personalmente mi è sembrato di ritrovare, dopo più di dieci anni, vecchi amici provenienti da paesi diversi, senza aver avuto più loro notizie. Quindi addio, per ora, Xavier. Grazie per avermi fatto invidiare tutte le tue mille esperienze in tantissimi paesi diversi, in parte è anche merito tuo se mi sento europea, se sono il caos:




Voto: 7
Frase Cult: "Ho attraversato 100 leghe per venire qui da voi..."
Immagine Cult:




sabato 14 giugno 2014

Submarine - Richard Ayoade



In questo periodo estivo in cui le uscite cinematografiche lasciano un pò a desiderare, la sera, invece di andare al cinema, preferisco riprendere qualche film dei mesi passati che mi ero persa o riguardare qualche gioiellino che avevo già avuto modo di apprezzare. Submarine è uno dei tanti film che in Italia, purtroppo, non è mai stato distribuito e che vidi anni fa in lingua originale incuriosita dal fatto che avesse partecipato al Giffoni Film Festival e dai tanti commenti che lo definivano "la risposta inglese a Wes Anderson". Amando profondamente il cinema del buon Wes, decisi di non lasciarmelo scappare e devo dire che ne rimani estremamente colpita. In questi giorni è in programmazione su Sky ed è stata un'ottima occasione per rivederlo in italiano anche se il mio consiglio, come al solito, è quello di goderselo in lingua originale.




Submarine è un film del 2010 che racconta della stramba adolescenza di Oliver Tate, un ragazzo che vive in un mondo tutto suo fatto di strani riti ed abitudini e con una percezione della realtà non propriamente obiettiva. Oliver ha due obiettivi principali nella sua vita: fidanzarsi con la compagna di classe Jordana Bevan, non molto popolare, poco amante del contatto fisico e delle dimostrazioni d'affetto, e soprattutto far riaccendere la passione tra i due genitori, un padre perennemente depresso e una madre che, stanca del marito, inizia a frequentare con un guru new age.




I pregi del film sono molti: una fotografia stupenda, caratterizzata da colori tendenzialmente scuri dove l'unico a spiccare è il rosso del cappotto di Jordana, una colonna sonora eccezionale curata dal leader degli Arctic Monkeys, Alex Turner, composta da una serie di ballate folk e pop rock, e gli attori protagonisti (specialmente il giovane Craig Roberts, già visto nell'ultima stagione di Skins, che con le sue espressioni stralunate e le abitudini assurde del personaggio da lui interpretato, riesce in poco tempo a farsi amare dallo spettatore).




Ma sono soprattutto i dialoghi e i monologhi presenti nel film che fanno riflettere e rendono questo film un piccolo e surreale capolavoro. Ogni frase pronunciata dal giovane protagonista arriva direttamente al cuore, colpisce come una coltellata e resta impressa nella mente. Stesso succede con alcune scene che invece per il livello di ironia e assurdità che raggiungono, fanno sorridere...personalmente ho adorato quella in cui Oliver immagina la sua morte con tanto di servizio al telegiornale e reazioni disperate dei suoi compagni.



Nonostante la visione non propriamente romantica dell'amore, il film in realtà ne è pieno. Amore è tutto quello che Oliver fa per salvare il matrimonio dei genitori, Amore è l'acquisto del cane per Jordana per aiutarla nel superare la malattia della madre, Amore è sognare di rincorrere in spiaggia la persona amata per poi scoprire che in realtà non è chi crediamo, Amore é...Submarine.



Stupisce del film il modo in cui vengono affrontati i drammi, in cui Oliver cerca di affrontare i problemi, il tipo di amore che lega i due giovani protagonisti...insomma, una storia onirica che sembrerà folle agli occhi dello spettatore più distaccato e non abituato a questo tipo di pellicole, ma che riuscirà ad entrare nel cuore di coloro che sono stati ( e forse sono ancora un pò...) eccentrici ed imbarazzanti come Oliver. Lui che ogni giorno legge il vocabolario per imparare parole nuove, che spia i genitori per scoprire di più sulla loro vita sessuale, che si crede il più popolare della scuola nonostante non lo sia...
Un film che ho adorato, forse per gli effettivi richiami al cinema di Anderson e alla nouvelle vague francese ( movimento cinematografico di cui parlo spesso perchè tra i miei preferiti...) o forse perchè in realtà anche io spesso mi sento un pò in un mondo tutto mio, dove sono sicura ci sia anche Oliver. :)



Voto: 8 1/2
Frase Cult: Ce ne sono tante, troppe...quindi ne ho scelte tre:
                  "I find that the only way to get through life is to picture myself in an entirely                                     disconnected reality."
                  "In many ways, I prefer my own company"
                  "No one can truly know what anyone thinks or feels"




mercoledì 11 giugno 2014

Indie June

L'estate non è proprio la mia stagione preferita. Odio quasi tutto dell'estate: il caldo, il sudore, le zanzare, la gente negli autobus, le foto delle persone a mare mentre io provo a studiare...
Ma c'è una cosa in particolare che odio di questa stagione: I TORMENTONI ESTIVI.


Ma cosa abbiamo fatto di male per doverci subire questo male assoluto? Ce li troviamo ovunque: negli spot televisivi più trasmessi, sui lidi in spiaggia, alla radio mentre siamo in auto e perfino nei peggiori servizi di Studio Aperto sul caldo in arrivo o sui rimedi per sopravvivere all'estate. Però lo ammetto, c'è un'eccezione. L'unico caso in cui potrei sopportare le varie "Vamos A La Playa","Asereje"o "Maracaibo" e addirittura farmi prendere dal momento accennando qualche passo di danza o facendo partire un trenino stile capodanno è quello di una festa in spiaggia super alcolica in cui sono talmente ubriaca da ricordare difficilmente il mio nome e le mie origini. Fatta questa premessa, sono qui a consigliarvi le canzoni che stanno accompagnando i miei primi giorni di caldo torrido. Purtroppo in questo momento non sono in costume al mare in qualche località esotica, sorseggiando un fresco mojito, ma sono chiusa in casa, trascorrendo le giornate tra un capitolo e l'altro, bevendo talmente tanto caffè che ormai la differenza tra me e la gattara matta dei Simpson è quasi inesistente.


Ovviamente i miei consigli sono quasi tutti di canzoni indie rock con un pizzico di elettropop, quindi se le pareti della vostra stanza sono tappezzate di poster di Laura Pausini o Ligabue, questo post evidentemente non fa per voi ( niente contro questi poveri due, che hanno avuto il piacere e l'onore di accompagnare le serate adolescenziali più deprimenti della sottoscritta...).

Partiamo con un gruppo indie rock che ho scoperto seguendo lo streaming del Coachella 2014 su youtube, i Grouplove con Tongue Tied. Oltre ad avere consumato entrambi i loro album, adoro la cover che hanno fatto di Drunk in Love di Beyoncè.



Il secondo pezzo che vi propongo è dell'accoppiata favolosa Robyn Feat Royksopp che dopo una serie di successi passati ( The Girl & The Robot, None of Dem...) sono tornati con un altro singolo super coinvolgente, Do It Again.


Quando ho visto per la prima volta una foto di Dan Croll ho pensato "Ma quanto è tenero?!?". Oltre ad essere il tipico timido nerd è anche parecchio bravo. La sua From Nowhere è ormai già un grande successo e anche le altre canzoni presenti nel disco, Sweet Disarray, sono molto carine. 

 

Se avete seguito i precedenti post, avrete capito l'amore che nutro per il regista Xavier Dolan. Ed è proprio grazie al suo primo film, J'ai tué ma mère, che ho scoperto questa canzone stupenda dei Noir Désir, Vive la fete


Ho creato una playlist su Spotify con le altre canzoni che accompagneranno il mio torrido Giugno prendendo ispirazione dal mitico Cannibal Kid di Pensieri Cannibali, se volete ascoltare gli altri pezzi che accompagneranno la mia estate, trovate la barra di ascolto qui sotto.

ENJOY! :)




lunedì 9 giugno 2014

We Are The Best! - Lukas Moodysson


Se potessi tornare indietro a quando avevo 13 anni, probabilmente vorrei essere proprio come loro: fuori dagli schemi, sfacciate, impertinenti ma soprattutto PUNK.
We Are The Best! è un film geniale, divertente ed irriverente sulla storia di due ragazzine, Bobo, e Klara, amiche da sempre ed appassionate di musica punk, alle quali si aggiungerà poi Hedvig, la più tranquilla tra le tre, con una famiglia cristiana alle spalle, che insieme decideranno di formare un gruppo punk, senza sapere assolutamente come suonare un basso o una batteria ma con la sola voglia di stravolgere il mondo e criticare tutto ciò che le circonda.


Il nuovo film di Moodysson, ambientato in Svezia nei primi anni 80, esplora nuovamente l'universo adolescenziale prendendo come spunto per la storia una graphic novel creata dalla moglie Coco. Il film coinvolge, diverte e soprattutto appassiona talmente tanto che lo stesso spettatore inizierà ad apprezzare il genere musicale, tenendo il ritmo con le dita mentre una colonna sonora composta prevalentemente da punk svedese accompagnerà le avventure delle tre ragazzine. Le stesse protagoniste del film compongo uno dei pezzi più coinvolgenti della pellicola, "Odio lo Sport" dedicata al professore di ginnastica reo di averle obbligate a partecipare ad una partita di basket. Un altro momento molto esilarante del film è quando le tre organizzano un incontro con una delle poche band punk rimaste nelle zone limitrofe, dopo aver scelto ognuna un componente diverso con cui "amoreggiare"...



Come in ogni band che si rispetti sorgono però gelosie tra le componenti e solo la più silenziosa del gruppo, Hedvig, riuscirà a calmare gli animi e a riportare la situazione sotto controllo poco prima del primo concerto in assoluto delle tre. 
Insomma il film è un'operazione totalmente riuscita, ogni spettatore sentirà la voglia di tornare adolescente per rivivere quei momenti di follia in cui nessuno sembra comprenderti se non il tuo migliore amico, dove i genitori sembrano sempre poco presenti e comunque insensibili alle passioni e ai desideri dei ragazzi, all'epoca dei primi amori (soprattutto non corrisposti...) e dei litigi tra compagni di scuola.



Bisogna ringraziare le poche case di distribuzione italiane che si mettono in gioco proponendo queste piccole perle cinematografiche che spesso nel nostro paese non vengono proiettate e non sono quindi accessibili al grande pubblico. E' proprio questo uno dei motivi per cui ho aperto questo blog, per dare la possibilità di far conoscere questi piccoli capolavori a tutti quelli che lo leggeranno, a tutte le persone che vogliono trascorrere una serata cinematografica piacevole e innovativa. 



Voto: 8 1/2

Frase Cult:  


Ps. Klara è la ragazzina più cool della storia del cinema.

domenica 8 giugno 2014

Le Meraviglie - Alice Rohrwacher


Mi ritengo molto fortunata a vivere a Roma. Se non avessi vissuto qui probabilmente non sarei mai riuscita a beccare in sala tanti piccoli gioiellini cinematografici che solo pochi cinema decidono di distribuire. Qui nella capitale i miei punti di riferimento per il cinema d'autore/indipendente sono ad esempio Il Quattro Fontane, il Tibur, il King, il Fiamma, piccoli cinema, spesso in posizioni nascoste, che proiettano massimo 2/3 film a settimana, in cui le poltrone non sono il massimo della comodità e magari non trovi neanche il bar ma dove riesci a respirare tutto quello che è il piacere del cinema nella sua semplicità, senza il vicino di posto che messaggia mentre tu provi a concentrarti, senza gente che chiacchera in continuazione, solo cinefili interessati al film in programmazione. 

Proprio in uno di questi piccoli cinema sono riuscita a beccare il secondo film di Alice Rohrwacher che con questa pellicola è stata la rivelazione del Festival di Cannes 2014, riuscendo a vincere il Grand Prix Speciale della Giuria consegnato dalla sola e unica Sofia Loren in un momento davvero molto emozionante.


Bisogna ammetterlo: Le Meraviglie non è un film per il grande pubblico. In pochi riusciranno ad apprezzare la delicatezza della storia di Gelsomina e della sua famiglia di apicoltori, in una Italia degli anni 80/90 dove i problemi non erano poi così diversi da quelli di oggi. Una famiglia numerosa con pochi soldi, sempre a combattere per far tornare i conti, un padre burbero ma capace di grandi dimostrazioni d'affetto quando meno te lo aspetti, una ragazzina che a soli 12 anni è sommersa di responsabilità ed impegni che sembra odiare quella situazione ma in realtà la accetta con sottomissione. Una storia in cui molti di noi potrebbero rivedersi, io stessa ho notato molti richiami alla mia infanzia, al rapporto con le mie sorelle, con mio padre. I momenti che ho trovato più belli ed emozionanti di tutto il film sono forse proprio quelli tra Gelsomina e la sorella minore quando condividono segreti, giochi e soprattutto la loro canzone, un vero e proprio inno per le ragazze degli anni '80, T'appartengo di Ambra.


La loro solita routine, però, viene interrotta durante una giornata a mare dalla presenza di Milly Catena, una bellissima Monica Bellucci nella parte di una conduttrice di un programma televisivo chiamato "Il Paese delle Meraviglie", che colpisce talmente tanto la giovane protagonista da spingerla a stravolgere la quotidianità della sua famiglia fatta di lavoro e sacrifici, chiedendo al padre di partecipare al programma. 


Il film rappresenta un ottimo esempio di neorealismo italiano, in quanto la storia raccontata è quella semplice e senza particolari artifici di una comune famiglia umbra ma nonostante questo nel film si percepisce una particolare magia che circonda tutto il film, in particolare nelle scene nella caverna con Gelsomina e Martin ( un ragazzo tedesco venuto ad aiutare la famiglia).

La cosa che più mi ha colpito però del film è stato il finale dolceamaro, un finale in cui difficilmente si riesce a vedere un happy end, ma, anzi, quasi tutti gli indizi lasciano pensare ad una triste conclusione  e lo spettatore si ritroverà alla fine della proiezione in sala con la speranza di vedere anche solo altri 5 minuti, per poter di capire come sono andate le cose, cosa è successo alla famiglia di Gelsomina, come se dopo due ore di film, quella famiglia sia diventata un pò anche la sua.

Un'ottima prova per la Rohrwacher, anche se nonostante il successo a Cannes, il cinema d'autore italiano sembra essere comunque poco apprezzato dagli stessi critici e spettatori italiani. Per farmi una completa idea della regista e per poter valutare a pieno le sue potenzialità aspetto di vedere il suo primo film, Corpo Celeste.




Voto: 7

Frase cult: "Papà ti serve qualcosa? Papà posso fare qualcosa?"


Gomorra - La serie



Quando ho letto per la prima volta che Sky stava per trasmettere una serie basata sull'omonimo romanzo di Roberto Saviano sono rimasta perplessa e anche un pò annoiata dall'idea. Ero convinta si trattasse del solito prodotto, la solita "italianata" che avrebbe messo ancora una volta in cattiva luce quel poco che c'è di buono nella mia sfortunata ma bella e verace regione ( si...sono campana!). Nonostante questo ho deciso di dargli una possibilità non solo perchè non ero mai stata delusa dalle produzioni Sky ma anche perchè ancor prima essere trasmessa già se ne era parlato parecchio bene.


Dopo aver visto le prime due puntate circa un mese fa, sono rimasta totalmente rapita ed anche incredula da quello che ho visto perchè noi italiani siamo da sempre abituati a produzioni imbarazzanti e di basso livello e per la delusione tendiamo a rifugiarci nelle grandi serie tv americane o inglesi (Game of Thrones, Mad Men, Breaking Bad...) che stanno raggiungendo dei livelli di perfezione così alti da poter essere paragonate ai grandi capolavori del cinema sia per le interpretazioni dei protagonisti, che per i costi di produzione e le storie raccontate.

Gomorra è una serie incredibile, non solo perchè rappresenta in modo schietto la realtà sociale nelle zone del napoletano e del casertano senza fronzoli o happy end ma anche per il modo e la cura con cui è stata prodotta, che non ha proprio nulla da invidiare a produzioni estere. La serie ruota attorno alle vicende del clan camorrista dei Savastano e delle "lotte" per il controllo della zona di Secondigliano e paesi limitrofi. La prima cosa che mi ha colpito particolarmente sono state le ottime interpretazioni degli attori protagonisti: Fortunato Cerlino, il boss Pietro Savastano, è di una bravura incredibile, riesce davvero ad incutere quel terrore e quella supremazia che i "signorotti" dei piccoli paesi hanno rispetto a tutti gli altri cittadini; Maria Pia Calzone, Donna Imma, che per la sua freddezza e il suo distacco riesce a far paura forse ancor più del marito e a cui tutte le donne rivolgono preghiere e richieste d'aiuto come se fosse una vera e propria salvatrice. Ma le vere e proprie rivelazioni sono Marco D'Amore e Salvatore Esposito, rispettivamente Ciro l'immortale, braccio destro della famiglia Savastano e Genny, il figlio del boss, che con le loro incredibili interpretazioni riescono a dare spessore ai personaggi anche e soprattutto nei cambiamenti che entrambi hanno durante l'arco della storia.



Ad ogni puntata, l'atmosfera si fa sempre più pensate ed incerta, i conflitti si accentuano, tutte le alleanze che i protagonisti hanno cercato di creare rischiano di saltare, persone innocenti vengono coinvolte, giovani ragazzi abbandonano un lavoro sicuro ed onesto per inseguire l'illusione della potenza e del denaro, insomma ogni puntata è vissuta con il cardiopalma. La straordinarietà di questa serie televisiva è data anche da una colonna sonora incredibile curata dai Mokadelic e dalla canzone che accompagna i titoli di coda di NTO' feat Lucariello - Nuje vulimme 'na speranza.




I complimenti sono ovviamente d'obbligo anche ai registi che hanno diretto le varie puntate, Stefano Sollima, Francesca Comencini e Claudio Cupellini che sono riusciti a creare un prodotto di una qualità e di un realismo impressionante. Ad oggi mancano solo due puntate alla fine della serie e se da una parte attendo con ansia di sapere come andrà a finire, inizia già a sentirsi quella strana malinconia data dal fatto di dover restare senza un produzione di qualità che è diventato ormai un appuntamento fisso ogni martedì sera e di dover aspettare (...si spera!!!) ancora parecchio tempo per una seconda stagione.
Il successo della serie è davvero incredibile e questo mi lascia ben sperare per il futuro della produzione televisiva italiana ( anche se si sa, Sky è tutto un altro livello...), lo dimostra anche il fatto che sia già stata venduta in parecchi paesi e che gli ascolti continuano a crescere di puntata in puntata. Il mio consiglio è quindi quello di riprenderla il prima possibile se non avete avuto la possibilità di seguirla: difficilmente ve ne pentirete.



Da parte mia, non posso far altro che sperare che il mio personaggi preferito, Ciruzzo l'immortale, riesca a "superare" questo finale di stagione e a conquistare il ruolo che merita nel clan o per lo meno (versione super splatter!!!) che riesca ad ammazzarli tutti e a vendicare tutto quello che gli stanno facendo subire!



Voto: 9 1/2

Lana Del Rey - Ultraviolence



Io amo Lana Del Rey. Come si può non amarla, dai? Dopo aver letteralmente consumato entrambe le versioni del suo primo disco, Born to die e Born to die - The paradise edition, sentivo davvero il bisogno di un nuovo disco e finalmente, dopo tanta attesa, il 6 Maggio è arrivato West Coast, il primo singolo del nuovo album che sembra già essere un successo.

In realtà Lana era ricomparsa già qualche mese fa, quando la sua voce ha accompagnato il primo trailer del film Disney Maleficent. La sua versione più dark della famosissima Once Upon a Dream si intonava perfettamente al remake dedicato interamente alla storia della cattiva Malefica della Bella Addormentata, probabilmente la mia preferita tra le bad queen dell'universo Disney. Peccato che il film non abbia confermato le aspettative che mi ero fatta guardando il trailer e oltre alla perfetta interpretazione della Jolie nel ruolo principale, non sono riuscita ad apprezzare molto altro...


Ultraviolence sembra invece partire benissimo, West Coast si presenta infatti come una ballata proprio nello stile tipico di Lana Del Rey, che non si allontana molto dai ritmi del precedente disco e il ritornello riesce difficilmente a togliersi dalla testa. La voce di Lana è calda ed intensa e racconta dell'amore e del legame con un uomo che anche se distante, sembra indissolubile. Il video che accompagna il singolo è semplice ma efficace: girato in bianco e nero, vede protagonisti Lana e il modello Bradley Soileau, già presente in altri video dell'artista, abbracciarsi e camminare in spiaggia sulle note della canzone che ha raggiunto milioni di visualizzazioni a poche ore dall'uscita. Poche ore fa è stato pubblicato invece il nuovo singolo, Brooklyn Baby, facendo aumentare l'attesa per l'album che dovrebbe uscire il 16 Giugno.



Personalmente non vedo l'ora che esca. Ho amato molto il primo album e singoli come Ride, Born to Die o Radio hanno accompagnato le mie serate più malinconiche e forse difficilmente i nuovi estratti riusciranno ad entrarmi nel cuore quanto questi. Nuovo album vuol dire anche nuovo tour, che sarà quindi imperdibile. Già l'anno scorso infatti Lana ha tenuto in Italia una serie di concerti, uno dei quali a Roma al Palalottomatica, dove io ho avuto la possibilità di essere presente, e sono rimasta davvero colpita dall'intimità che è riuscita a creare la sua voce anche in un luogo così grande e pieno di persone. Insomma Lana Del Rey con il suo nuovo disco sembra voler rispondere a tutte quelle critiche che la vedevano come un fenomeno passeggero, un'artista senza voce e senza contenuti, spesso criticata anche solo per il suo aspetto fisico da moderna pin-up. Nonostante questo ha una voce unica che è riuscita a rapire milioni di persone che la seguono e con le quali l'artista sembra avere un legame unico. Speriamo quindi che Ultraviolence non deluda le aspettative di tutti noi fans e che riesca a convincere tutti gli scettici.




Voto: 7 per ora...