lunedì 1 settembre 2014

Blow-Up - Michelangelo Antonioni


Ammetto la mia ignoranza pubblicamente: fino a poco fa non avevo mai visto questo capolavoro. A mia discolpa potrei dire che ci sono milioni di film del passato che meritano di essere visti e contemporaneamente c'è sempre, tra le varie uscite settimanali, qualche pellicola da tenere d'occhio. Risultato? Aver visto anche solo tutti i più grandi capolavori del cinema è quasi impossibile.
La visione di Blow-up, però, mi ha così rapito che nei giorni seguenti il pensiero tornava spesso su quelle immagini, su quella storia, talmente tanto da meritare subito altre "proiezioni" nel mio cinema personale, la mia stanza. 



La storia è incentrata sul fotografo di moda Thomas David Hemming, un Michael Pitt degli anni '60) che nel tempo libero cerca di completare il suo libro fotografico con il quale documenta la vita delle classi disagiate in totale contrasto con una Swinging London fatta di party, moda e musica. Mentre è impegnato a scattare altre foto in un parco, viene fermato dalla donna della coppia che stava fotografando di nascosto che gli chiede con insistenza di darle il rullino. Thomas si rifiuta ma nonostante questo viene raggiunto dalla donna nel suo studio dove le da un finto rullino ed inizia ad esaminare le foto scattate, ingrandendole ( da qui il titolo Blow-up), fino a scoprire tra i cespugli un cadavere. Sorpreso dalla scoperta, il fotografo continua ad indagare, verificando anche la presenza stessa del cadavere nel parco ma, invece di denunciarlo o avvertire le autorità, sceglie di trascorrere la serata ad una festa...



Il film si basa tutto sul contrasto tra realtà ed apparenza. Sarà vero quello che Thomas ha visto nelle foto? O è solo frutto della sua immaginazione? Ma è anche una forte critica alla "spensieratezza" di quegli anni dove giovani ragazze facevano di tutto pur di essere fotografate da un celebre fotografo, dove la moda iniziava a diventare arte e a mostrare le forme delle donne in maniera diversa, dove il protagonista è così sopraffatto dall'ambizione, dal desiderio di successo ma anche dalla noia delle giornate di chi ha tutto, facendo poco, da risultare scontroso, presuntuoso ma, proprio per questo, terribilmente affascinante. Il tutto in pieno stile anni '60, in una Londra più splendente che mai e con la comparsa di alcune delle donne più belle ed invidiate di sempre: Vanessa Redgrave e Jane Birkin.


Ogni immagine è una fotografia, ogni scena è lenta, soprattutto quella dei blow-up, contraddistinta da pochi dialoghi e lunghi silenzi. Ma proprio questa sensazione di solitudine consente di immergersi totalmente nel film e di assaporare meglio il mistero e il fascino di questa storia. Infine, l'ultima scena, quella della partita a tennis immaginaria, è essa stessa un capolavoro, la sintesi perfetta di sublimi 106 minuti di puro cinema. Sono rimasta totalmente rapita da questa pellicola, forse anche per la mia passione per la fotografia e per i mitici anni '60. L'ho amato talmente tanto da farlo rientrare nella mia personale top 10 dei migliori film di sempre. Se non avete mai avuto la possibilità di godere di un capolavoro del genere, vi consiglio di rimediare. 



Voto: 9
Frase Cult: "-Non ne posso più di Londra questa settimana...
                    -Perché?
                    -Perché non fa nulla per me…"


5 commenti:

  1. Ricordo di averlo visto qualche tempo fa.
    Mi piacque molto per la tecnica registica. Merita davvero tanto!

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  2. Un vero capololavoro, visto e rivisto (ho consumato la cassetta a furia di vederlo), brava che finalmente l'hai visto.

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  3. Un film che va visto, anche se ultimamente Antonioni sta passando un po' in secondo piano. Oramai quando si parla di passato in Italia si parla solo di Fellini, che sembra aver divorato tutti i suoi illustri colleghi

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