martedì 1 luglio 2014

Quel che sapeva Maisie - Scott McGehee & David Siegel


Sarò onesta: la parte iniziale di questo film è stata davvero difficile da guardare. Ho trovato difficoltà nell'essere obiettiva, nel guardare con distacco questa storia, mi ha provocato tanta rabbia, tanta tristezza. La storia è molto comune e purtroppo reale: una separazione difficile, una figlia trasportata da una parte all'altra della città come se fosse un pacco, a volte dimenticata, a volte combattuta, a volte "comprata" con regali e false promesse. Vincono il premio peggiori genitori del mondo l'incredibile Julianne Moore, che si conferma una delle attrici migliore nel panorama attuale, una cantante rock che non riesce a mantenere un rapporto con nessun essere vivente e Steve Coogan, un padre sempre in giro per il mondo che, dopo aver chiuso la relazione con la compagna, si sposa con la tata della piccola Maisie. Dopo poco anche la madre decide di sposarsi in fretta con Lincoln, il bel Alexander Skarsgård che si dimostra sorprendentemente parecchio bravo in un ruolo drammatico, solo per poter avere qualcuno a cui lasciare la figlia mentre lei gira gli States in tour. 



Questo film racconta di vita vissuta, di situazioni concrete, di fallimenti e litigi che fanno parte della vita di molti ma ciò che più fa riflettere di questa storia è che purtroppo sono troppi i ragazzini  che vengono realmente utilizzati come "armi" tra genitori durante un divorzio e che non ci sia nessuno che curi i loro interessi, i loro desideri, i loro bisogni. La sorpresa in questo film è la piccola protagonista, Onata Aprile, che riesce a rappresentare al meglio i sentimenti di abbandono e tristezza della piccola Maisie e che riesce a guardare al di là delle discussioni tra "adulti" e a capire ciò che sia giusto o sbagliato. Ancora di più colpisce il suo cambiamento nei rari momenti di divertimento, affetto ed intimità che vive, per assurdo, con i rispettivi compagni dei genitori più che con loro stessi.



La prima parte del film è un pugno nello stomaco. E' dura vederla senza provare rabbia, senza avere la voglia di urlare alla piccola Maisie di lasciare perdere tutto e tutti...ma la seconda parte mi ha fatto totalmente rivalutare il film, purtroppo in negativo. Un finale assurdo e un pò troppo buonista che lascia l'amaro in bocca, che fa rimanere l'interrogativo su cosa sia davvero successo alla fine di tutto.  Perchè il mondo non è un film, nella vita reale non trovi dei nuovi genitori e perfetti che si prendono cura di un bimbo così dal nulla. Nella realtà i bambini vengono trascinati in lotte infinite, battaglie delle "cause perse", abituati a non vivere in un clima sereno e destinati a non credere nella purezza dei sentimenti.



Peccato perchè questo piccolo esperimento di cinema indipendente sarebbe potuto funzionare meglio con un finale diverso, magari più crudo, più duro, difficile da digerire ma sicuramente più concreto. Perchè a volte il cinema non serve solo a sognare o a passare alcune ore di svago ma anche ad immergere lo spettatore in situazioni difficili, violente e fin troppo assurde ma che riescono a far guardare con più obiettività e positività la propria vita.





Voto: 6 1/2
Frase Cult: "Io, ehm...sono una sorta di patrigno di Masie"

5 commenti:

  1. anche per me questo film è stato difficile da guardare...
    ma solo per la noia che mi ha provocato :)

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  2. Uhm... la voglia d vederlo c'è, ma ora le aspettative sono calate nettamente.

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  3. Mi sa che questo lo salto a pie' pari. :-) Per adesso mi vedo tutto esaltato (domani sera) seduto in una saletta di un multisala space a guardare "Per qualche dollaro in più"... Non vedo l'ora!!!

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  4. mmmh mi hai incuriosita, me lo segno :D

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  5. la prima parte del film mi ha presa molto, ma, secondo me, nella seconda i registi si sono un po' persi appresso alle giravolte sentimentali dei genitori, perdendo di vista il fulcro, cioè lo sguardo di Maisie.

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