domenica 8 giugno 2014

Le Meraviglie - Alice Rohrwacher


Mi ritengo molto fortunata a vivere a Roma. Se non avessi vissuto qui probabilmente non sarei mai riuscita a beccare in sala tanti piccoli gioiellini cinematografici che solo pochi cinema decidono di distribuire. Qui nella capitale i miei punti di riferimento per il cinema d'autore/indipendente sono ad esempio Il Quattro Fontane, il Tibur, il King, il Fiamma, piccoli cinema, spesso in posizioni nascoste, che proiettano massimo 2/3 film a settimana, in cui le poltrone non sono il massimo della comodità e magari non trovi neanche il bar ma dove riesci a respirare tutto quello che è il piacere del cinema nella sua semplicità, senza il vicino di posto che messaggia mentre tu provi a concentrarti, senza gente che chiacchera in continuazione, solo cinefili interessati al film in programmazione. 

Proprio in uno di questi piccoli cinema sono riuscita a beccare il secondo film di Alice Rohrwacher che con questa pellicola è stata la rivelazione del Festival di Cannes 2014, riuscendo a vincere il Grand Prix Speciale della Giuria consegnato dalla sola e unica Sofia Loren in un momento davvero molto emozionante.


Bisogna ammetterlo: Le Meraviglie non è un film per il grande pubblico. In pochi riusciranno ad apprezzare la delicatezza della storia di Gelsomina e della sua famiglia di apicoltori, in una Italia degli anni 80/90 dove i problemi non erano poi così diversi da quelli di oggi. Una famiglia numerosa con pochi soldi, sempre a combattere per far tornare i conti, un padre burbero ma capace di grandi dimostrazioni d'affetto quando meno te lo aspetti, una ragazzina che a soli 12 anni è sommersa di responsabilità ed impegni che sembra odiare quella situazione ma in realtà la accetta con sottomissione. Una storia in cui molti di noi potrebbero rivedersi, io stessa ho notato molti richiami alla mia infanzia, al rapporto con le mie sorelle, con mio padre. I momenti che ho trovato più belli ed emozionanti di tutto il film sono forse proprio quelli tra Gelsomina e la sorella minore quando condividono segreti, giochi e soprattutto la loro canzone, un vero e proprio inno per le ragazze degli anni '80, T'appartengo di Ambra.


La loro solita routine, però, viene interrotta durante una giornata a mare dalla presenza di Milly Catena, una bellissima Monica Bellucci nella parte di una conduttrice di un programma televisivo chiamato "Il Paese delle Meraviglie", che colpisce talmente tanto la giovane protagonista da spingerla a stravolgere la quotidianità della sua famiglia fatta di lavoro e sacrifici, chiedendo al padre di partecipare al programma. 


Il film rappresenta un ottimo esempio di neorealismo italiano, in quanto la storia raccontata è quella semplice e senza particolari artifici di una comune famiglia umbra ma nonostante questo nel film si percepisce una particolare magia che circonda tutto il film, in particolare nelle scene nella caverna con Gelsomina e Martin ( un ragazzo tedesco venuto ad aiutare la famiglia).

La cosa che più mi ha colpito però del film è stato il finale dolceamaro, un finale in cui difficilmente si riesce a vedere un happy end, ma, anzi, quasi tutti gli indizi lasciano pensare ad una triste conclusione  e lo spettatore si ritroverà alla fine della proiezione in sala con la speranza di vedere anche solo altri 5 minuti, per poter di capire come sono andate le cose, cosa è successo alla famiglia di Gelsomina, come se dopo due ore di film, quella famiglia sia diventata un pò anche la sua.

Un'ottima prova per la Rohrwacher, anche se nonostante il successo a Cannes, il cinema d'autore italiano sembra essere comunque poco apprezzato dagli stessi critici e spettatori italiani. Per farmi una completa idea della regista e per poter valutare a pieno le sue potenzialità aspetto di vedere il suo primo film, Corpo Celeste.




Voto: 7

Frase cult: "Papà ti serve qualcosa? Papà posso fare qualcosa?"


4 commenti:

  1. Letta la rece di We Are the Best sottoscrivo il fatto di essere nati a Roma dal punto di vista della distribuzione cinematografica
    nickoftime

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  2. E' vero, un film neorealista che è un'autentica mosca bianca nel panorama italiano. A me ha ricordato molto il primo Ermanno Olmi, proprio per questo struggente attaccamento alla natura e alla primordialità. Ti consiglio di recuperare anche Corpo Celeste, davvero un bell'esordio per una delle più promettenti registe di casa nostra.

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    1. Sto cercando il dvd, spero di recuperarlo al più presto! :)

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